Il Vademecum operativo dell’ANAC per la gestione degli affidamenti diretti offre una guida chiara e dettagliata su come gestire questa tipologia di contratti, che riguarda lavori sotto i 150.000 euro e forniture e servizi sotto i 140.000 euro.
Il documento sottolinea come l’affidamento diretto consista nello stipulare contratti senza ricorrere a una procedura di gara formale, fermo restando la possibilità di consultare più operatori economici. Dunque la scelta è operata discrezionalmente.
Tuttavia, è importante comprendere che, in ambito amministrativo, la discrezionalità non significa libertà di scelta arbitraria, bensì l’obbligo di valutare attentamente gli interessi in gioco e di motivare adeguatamente la decisione. Ciò comporta un vincolo per l’amministrazione, che deve sempre rispettare criteri qualitativi e quantitativi nella scelta.
Prima di procedere ad un eventuale affidamento diretto le stazioni appaltanti devono verificare, ai sensi dell’art. 48, c. 2 del D. Lgs36/2023, se l’appalto in questione abbia un interesse transfrontaliero, cioè se un’impresa non italiana possa essere interessata a partecipare.Vademecum Operativo dell’ANAC
In caso di interesse transfrontaliero, non è possibile procedere con l’affidamento diretto e si deve ricorrere a procedure di gara standard.
Una commessa può presentare interesse transfrontaliero in base:
- al valore stimato dell’appalto (più alto è il valore stimato della commessa, più probabilità ci sono che abbia natura transfrontaliera);
- alla sua tecnicità;
- alla sua ubicazione geografica;
- alle caratteristiche tecniche dell’appalto o del settore di riferimento;
- alla presenza di denunce da parte di operatori ubicati in altri Stati membri, purché sia accertato che queste ultime sono reali e non fittizie.
Ad esempio, lavori di manutenzione in zone di confine o in aree strategiche possono attirare operatori stranieri, rendendo necessaria una procedura di gara.
Il Vademecum prosegue descrivendo come, nel caso di affidamenti diretti, le amministrazioni debbano utilizzare piattaforme telematiche per garantire trasparenza e tracciabilità.
L’articolo 50 del nuovo codice dei contratti specifica che l’affidamento diretto per lavori è possibile sotto i 150.000 euro, anche senza consultare più operatori economici, ma questo non autorizza automaticamente a evitare la consultazione, che rimane la prassi consigliata per garantire la concorrenza.
Un altro punto trattato riguarda l’importanza di selezionare operatori con esperienze pregresse documentate.
Non è possibile affidare direttamente un contratto a un soggetto che non ha mai svolto quel tipo di servizio o lavoro, poiché la fiducia nell’esecuzione delle prestazioni contrattuali deve essere giustificata da esperienze passate.
L’invito agli operatori economici può avvenire tramite elenchi specifici, come acquisti in rete PA, o albi istituiti dalla stazione appaltante.
Il documento ribadisce che, sebbene non sia necessario effettuare indagini di mercato o acquisire preventivi prima di un affidamento diretto, queste pratiche sono considerate best practice per assicurare una scelta informata e competitiva.
La procedimentalizzazione dell’affidamento diretto, come l’acquisizione di preventivi e la definizione di criteri di selezione, non trasforma l’affidamento diretto in una gara formale. Tuttavia, è importante che le amministrazioni mantengano trasparenza e correttezza nelle loro procedure, evitando che l’affidamento diretto si trasformi in una gara de facto, che richiederebbe una procedura diversa.
Altro aspetto è la centralità della decisione a contrarre (o atto equivalente), che secondo quanto previsto dall’art. 17 comma 2 del D.Lgs 36/2023 individua: l’oggetto, l’importo e il contraente, unitamente alle ragioni della sua scelta, ai requisiti di carattere generale e, se necessari, a quelli inerenti alla capacità economico-finanziaria e tecnico-professionale.
L’affidamento avviene, pertanto, con un unico atto dopo l’individuazione dell’affidatario (determina ex post). Si tratta di un‘innovazione significativa introdotta dal nuovo codice.
Inoltre, l’esperienza richiesta agli operatori economici non deve necessariamente essere identica a quella dell’appalto specifico, ma deve essere pertinente e sufficiente a garantire l’esecuzione delle prestazioni richieste.
Per quanto attiene alle procedure, agli affidamenti diretti si applicano i principi generali ed in particolare i principi del risultato, della fiducia e dell’accesso al mercato.
Recentemente il principio di risultato negli affidamenti diretti è stato anche ribadito nel parere reso in risposta al quesito del 03/06/2024, n. 2577 dal Servizio contratti pubblici del MIT, il quale ha affermato la possibilità per le stazioni appaltanti di utilizzare, per gli appalti sotto soglia, le procedure aperte e ristrette in luogo delle procedure semplificate previste dall’art. 50 del D.Lgs 36/2023, fermo sempre restando il divieto di aggravamento del procedimento e l’obbligo di motivare succintamente le ragioni che stanno alla base del mancato utilizzo dell’affidamento diretto.
Il Vademecum tocca anche il tema della rotazione degli affidamenti, stabilendo che il principio di rotazione si applica solo al contraente uscente e non agli inviti. La rotazione è prevista in caso di due affidamenti consecutivi nello stesso settore, ma non si applica necessariamente nel caso di appalti diversi, soprattutto se il mercato è poco competitivo o se non ci sono alternative valide all’operatore uscente.Vademecum Operativo dell’ANAC
Ai sensi dell’art. 49 comma 3 del D.Lgs 36/2023 è sancita la possibilità per la stazione appaltante di ripartire gli affidamenti in fasce in base al valore economico, con la conseguenza che il principio di rotazione si applicherà agli affidamenti rientranti nella stessa fascia.
In ottica di ulteriore semplificazione ed accelerazione sono fatti salvi dall’applicazione del principio di rotazione gli affidamenti di importo fino a 5.000 euro.
Il documento fornisce anche indicazioni pratiche sulle modalità di controllo e verifica degli affidamenti diretti, stabilendo che per appalti sotto i 40.000 euro è possibile adottare criteri di controllo a campione, rinnovati annualmente.
Infine, l’ANAC ricorda l’importanza di rispettare gli obblighi di digitalizzazione e tracciabilità, anche per gli affidamenti diretti di importo inferiore a 5.000 euro.
Dunque, il Vademecum si propone come uno strumento utile non solo per garantire la conformità alle normative, ma anche per ridurre i rischi di responsabilità per chi adotta le linee guida dell’ANAC, grazie a una maggiore uniformità nelle procedure.
Ludovica Scatà