Privacy, autorità garante: “tempi sono maturi per norme su sfruttamento commerciale dei minori”

I tempi sono maturi per varare in Italia norme sull’utilizzo commerciale dei minori”. norme sfruttamento commerciale minori
Lo ha affermato oggi Riccardo Acciai, Direttore del Dipartimento reti telematiche e marketing presso il Garante della privacy, intervenendo al convegno in tema di marketing e pubblicità organizzato oggi dal Codacons.

Acciai (dipartimento reti telematiche e marketing garante privacy) lancia allarme su uso illecito immagini dei bambini norme sfruttamento commerciale minori

Vi è l’esigenza di salvaguardare gli interessi dei minori e garantire il loro equilibrato sviluppoha spiegato Acciai – Quando vediamo foto di bambini sui social network non ci meravigliamo più, ma dovremmo domandarci se un domani i ragazzi saranno contenti di ciò che i genitori hanno pubblicato. Anche perché, è bene ricordarlo, una volta che una immagine viene diffusa su web o social è molto difficile se non impossibile ottenerne la rimozione”.

L’ambito di intervento non è solo quello dello sfruttamento commerciale dell’immagine dei minori, ma quello ancora più preoccupante di un genitore normale che posta continuamente sui social foto dei propri figli senza rendersi conto che tali immagini possono essere usate e sfruttate per fini illeciti” – ha proseguito Acciai.

Sul tema sono intervenute anche le influencer Benedetta De Perna e Benedetta Mancini che hanno spiegato come chi svolge il ruolo di influencer abbia il compito di combattere il voyerismo estremo, creando contenuti che abbiano un valore artistico ed emotivo tutelando i minori evitando di pubblicare loro foto in pose ambigue o immagini eccessive.

Lo sfruttamento delle immagini dei minori deve terminare anche da parte degli stessi genitori – hanno poi sostenuto Riccardo Acciai e le due influencer – perché i bambini non possono esprimere il loro consenso e quando saranno adulti troveranno su web e social network una moltitudine di loro foto utilizzabili da tutti senza alcun controllo. Come ricordato dallo stesso fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, la maggior parte delle foto di bambini postate sui social finisce nella rete dei pedofili: nonostante ciò ancora oggi i giudici italiani ritengono che definire sfruttatori quei genitori che fanno soldi grazie alle foto dei propri figli, sia una affermazione diffamatoria”.

Fonte Codacons

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